La Recensione Di
Dead Space

La disputa infinita tra remake e nuove IP è finita perfino nello spazio e le sale della Ishimura sono pronte ad ospitare un intenso e vivo dibattito!

Data di Uscita
  • 27 gennaio 2023
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Pro


Ottima atmosfera Dura il giusto Livello di sfida ben tarato Bello oggi come allora

Contro


Troppi bug per essere una grande produzione
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La polemica è doverosa

Remake, reboot, spin off, prequel, sequel, di idee nuove in giro sembrano essercene poche. Creare una nuova IP non è più di moda o forse è più semplice da fare su carta che fare sul serio. Il gioco non vale la candela o semplicemente è più conveniente investire sull’usato sicuro; puntare su un vecchio titolo, neanche troppo vecchio, che attiri i vecchi fan.

Eh si perché fare il remake di un titolo uscito nel 2008 non sembra essere proprio una grande idea. Insomma se giocato oggi, il primo Dead Space (di una trilogia) è ancora un valido titolo, anzi validissimo; quindi che senso ha investire preziose risorse per rifare un titolo che oggi come allora è ancora buono? 

Potremmo parlarne per ore se non giorni senza arrivare alla meta, la verità è che i videogiochi come tutti i media (o meglio tutto in generale) per tirare avanti ha bisogno dei soldi e l’attenzione si sposta dove si sposta il denaro. Se in questo momento conviene riesumare un titolo ancora moderno, lo si fa. Tanti danno la colpa alle grandi case di produzione dicendo che non hanno il coraggio per creare qualcosa di nuovo e poi però comprano il remake di turno a prezzo pieno. Se è vero che il 50% della colpa è dello sviluppatore il restante 50% è di noi videogiocatori che lo acquistiamo per poi lamentarci.

Ma ha davvero senso lamentarci? 

Se una persona il titolo originale non l’ha giocato all'epoca prendere per mano un remake appena sfornato e ben fatto, è il massimo per attingere a pieno all’esperienza di gioco, che sia originale o meno. Il problema sono le persone come me che quindici anni fa man mano che uscivano i titoli dello ”spazio morto”  se li sono giocati tutti e se li sono giocati con piacere. Adesso ti ricapita un titolo che non ti ricordi perfettamente, ma quasi, e rigiocarlo ti lascia un po di, come possiamo dire, amaro in bocca. Col passare del tempo ti accorgi sempre più che è una signor produzione e ti dimentichi tutte le polemiche, le seghe mentali, le nuove IP e quant’altro e trascorri in pace e armonia (non necessariamente giocando a questo titolo) dodici ore smembrando necromorfi e con il terrore dietro all’angolo e il joypad stretto tra le mani termini un altro remake.

E che remake!!

I morti dormiranno e i vivi vedranno cose che non potranno dimenticare.


Benvenuti su Aegis VII

Tutto comincia con un gruppo di dipendenti di un enorme compagnia mineraria che ricevono una chiamata da parte della nave Ishimura che si trova in orbita attorno ad Aegis VII. Una serie di eventi fanno schiantare la nave sulla quale si trovano i nostri protagonisti sul ponte di volo della nave ammiraglia della compagnia C.E.C. dando inizio ad un incubo senza fine.

Quello che all’inizio sembrava solo una nave con qualche avaria e con del personale in grado di gestire l’emergenza si trasforma subito in un delirio collettivo che farebbe impazzire anche il più sano di mente. Per fortuna il giocatore si troverà ad impersonare Isaac Clarke, un ingegnere vecchia scuola, nel senso che appartiene alla vecchia scuola anni 80 (rambo-terminator) che non si fa mettere sotto da niente e da nessuno. 

Per tutti i dodici capitoli che compongono il titolo il giocatore si troverà a dover andare su e giù per le varie zone che compongono la nave, dal ponte minerario, agli alloggi, all’infermeria cercando di ripristinare i servizi essenziali per mantenere in piedi (o meglio in volo) la nave. Allo stesso tempo cercare di capire da dove sono spuntate fuori una miriade di mostruose creature mutaforma che sono riuscite a ridare vita ai tessuti morti e portare “morte” sui ponti della Ishimura.


 


Servono gli strumenti giusti per fare un bel lavoro

Una discreta varietà di nemici qui definiti con il termine generale di necromorfi popolerà i corridoi della nave sulla quale è ambientato il gioco. Questi esseri antropomorfi hanno tutte le carte in regola per mettere in difficoltà il giocatore, che a seconda del nemico che si troverà davanti dovrà agire di conseguenza per avere salva la vita e risparmiare proiettili. Esseri con lame affilatissime che corrono verso il giocatore, altri che si arrampicano sui muri e attaccano dall'alto, creature con robuste protezioni frontali e altri che prediligono sparare dardi da lontano. Insomma un buon mix popola gli stretti corridoi della nave ormai alla deriva.

 

 

 

Armato di tutto punto con i migliori strumenti da minatore che offre la compagnia: lanciafiamme, fucile mitragliatore, pistola ad aria compressa, lame seghettate e al plasma. Questi strumenti sono tanto utili a semplificare il lavoro di un dipendente della C.E.C. quanto a sminuzzare gli abomini che scorrazzano liberamente per i ponti della nave. Questo perché colpire la testa dei mostri li farà solo rallentare e quindi per fare un lavoro completo e definitivo l'unica è tagliuzzare i vari arti che li fanno agire e muovere.

 

 

Cut off their limbs!

Inoltre la possibilità di sfruttare un secondo tipo di attacco per ogni arma garantisce una sicurezza supplementare, consentendo anche al più fifone dei giocatori di viaggiare in tranquillità tra i ponti. La presenza inoltre di un distributore sparso qua e là per la nave consente di rifornirsi di munizioni, strumenti, nuove armature e nodi energetici. Quest’ultimi risultano oltre che particolarmente cari anche i più utili in quanto consentono, trovando il macchinario apposito, di potenziare le statistiche delle armi inserendo il nodo in specifiche griglie; a patto di aver trovato il componente dell’arma che permette di allargare la griglia potenziabile.

Inoltre la tuta consente di sfruttare una sorta di poteri cinetici che consentono di rallentare il tempo e di attirare, lanciare e spostare oggetti o arti dei nemici a patto di avere abbastanza energia per usarli. L’eliminazione dei nemici, come la distruzione di casse porta oggetti consentono di ottenere munizioni in buona quantità ma sempre in ordine variabile così da incentivare il giocatore a diversificare durante l’utilizzo delle armi e ottenere così una buona padronanza di tutto l’armamentario messo in gioco dagli sviluppatori.


 

Assenza di gravità e di Hub

Se gli ambienti a gravità zero su un gioco ambientato nello spazio sono la normalità, la mancanza di un'interfaccia grafica in un titolo del 2023 non è certo normale. Forse proprio questo, insieme all’atmosfera che offre il gioco, è il maggiore tra i punti di forza. Tutto compare a schermo e si trova sul personaggio, dalla barra di vita sulla schiena, alla mappe, agli obiettivi, all’inventario che si apre a fisarmonica mostrando l'equipaggiamento e lo spazio ancora libero. Consentendo un tasso di fluidità che molti titoli si sognano permettendo di restare sempre dentro l’azione/l’incubo senza tempi morti.

Inoltre la sola pressione di un tasto consente di creare una sorta di linea ologramma che indica la via da seguire per raggiungere l'obiettivo corrente, impedendo così di perdersi nei meandri del curato level design che compone la nave mineraria.



 

Evacuate this area immediately!

 

L’aggiunta di alcuni “mini giochi” o sezioni puzzle aiutano a spezzare la tensione costante che ricopre il giocatore per tutta la durata del gioco. L’atmosfera stessa che sono riusciti a creare o meglio a ri-creare gli sviluppatori di EA Motive riprendendo il progetto originale di Visceral Games è incredibile. La combinazione di sensi visivi e acustici si intrecciano alla perfezione per allestire un ambientazione degradata, stretta, oppressiva e ripetitiva facendo continui giochi di luci e improvvise apparizioni di nemici il tutto condito da una colonna sonora riarrangiata a puntino.  

Perfino sul piano della varietà dei nemici e della difficoltà il lavoro fatto è di ottima fattura con un livello di sfida che tende verso l’alto e una discreta quantità di creature da smembrare.

 

Attenzione: Rilevato rischio biologico sconosciuto. Quarantena in corso

 

Dead bug-space

L’unica nota dolente che risulta alquanto inspiegabile in quanto grossa produzione EA è la grande quantità di bug che tormentano il gioco. Porte che non si aprono, nemici che anche se morti non muoiono veramente impedendo di attivare i trigger, audio in loop, protagonista ucciso che per il gioco risulta ancora vivo e che quindi non fa scattare il game over. Generalmente tendo a soprassedere ai bug ma a questo giro devo dire che ne ho trovati tanti e vari e la cosa mi ha lasciato alquanto perplesso, anche se durante il new game +, quando sono riuscito a farlo partire (si era buggato pure quello) è risultato, per tutta la durata della campagna un titolo senza problemi. Sfortunato al primo giro, fortunato al secondo?

 

Spazio morto…si, ma divertente

In conclusione un remake con i contro ca**i! Atmosfera, azione, fluidità il tutto tenuto insieme da assenza di caricamenti ed una storia contorta che tratta di capitalismo e religione prendendo spunto da Alien e Lovecraft, perché sarà anche vero che vogliamo giocare a nuove IP ma non ci dispiace nemmeno ri-giocare a “vecchi” titoli del passato fatti come si deve. 

 

Può averti mandato anche Dio in persona ma se rubi dal margine di profitto della CEC, nella merda ci finiamo noi!

 

E se dopo tutto questo ancora non Vi vanno bene i remake andatevene nello spazio perché almeno lassù nessuno potrà sentirVi lamentare!



 


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