La Recensione Di
Tempest 2000

In un momento storico difficile, arriva l'insperato miracolo di Jeff Minter, che mostra al mondo le potenzialità dell'Atari Jaguar

Data di Uscita
  • 13 aprile 1994
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Piattaforme
Giocato Su
Generi

Pro


Esperienza audiovisiva notevole Colonna sonora di qualità CD su cartuccia Facile da imparare, difficile da padroneggiare Tante modalità tra cui scegliere Longevità assicurata

Contro


A volte diventa eccessivamente confusionario Modalità a due giocatori un po' monotona
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Salve a voi, carissimi fan bitellonici. Sono sempre io, il vostro spumeggiante Magnum CD-i, pronto a portarvi per mano in terre videoludiche oscure e dimenticate. 
L’altra sera, durante l’ennesimo e noiosissimo appostamento, mi sono fermato a pensare a cosa avrei potuto recensire per allietarvi la giornata. Poi, d’improvviso, l’illuminazione! 
Dato che questo mese di GameRevs è dedicato ad Atari, poteva forse Magnum farsi scappare la possibilità di parlare di un altro gioco del Jaguar? Direi di no. 
Colta la palla al balzo, ho riflettuto su quale titolo approfondire: una perla sconosciuta o qualcosa di più noto? 

Jaguar Returns!

Facendo un giro nella zona retrò del sito di GR, mi sono accorto, con mio sommo rammarico, di una MANCANZA IMPERDONABILE, un torto videoludico a cui rimediare immediatamente. 
Ecco a voi, quindi, la mia recensione di Tempest 2000, uno dei pochi titoli universalmente lodati per il felino di casa Atari. Ma sarà davvero tutto oro ciò che luccica? 
Scopriamolo insieme!

Siete pronti per un'esperienza psichedelica?

Facciamo un salto all’indietro e torniamo nel 1994, durante primi mesi di vita del Jaguar. Dopo i quattro titoli di lancio (Cybermorph, Trevor McFur, Raiden ed Evolution: Dino Dudes), la console attraversa un periodo di vuoto, sia da un punto di vista distributivo (problemi di produzione) che di giochi in uscita. 
La mancanza di una vera e propria killer application si fa sentire, sia per Atari che per l’utenza. Nell’ora più buia, fortunatamente, interviene l’angelo custode Jeff Minter, che arriva con il suo tradizionale stile hippie, rigorosamente a cavallo di un lama, e ci regala uno dei migliori titoli mai usciti per Jaguar

San Jeff, protettore dei felini Atari

Seguito ufficiale dell’arcade in grafica vettoriale di Dave Theurer del 1981, il gioco esce, sotto etichetta Llamasoft, negli Stati Uniti il 13 Aprile del 1994, venendo accolto in maniera estremamente positiva, tanto da risultare uno dei più venduti ed apprezzati in assoluto sulla macchina Atari. Jeff Minter è sempre stato un fan del titolo originale e quindi coglie al volo, nel 1993, la possibilità di poter lavorare ad un seguito diretto, che realizza con passione e grande rispetto.

La coreografica schermata principale, con tanto di Melt-o-vision

Graficamente il gioco, seppur all’apparenza semplice, riesce a dare un’idea del potenziale del Jaguar grazie ad una pletora di oggetti contemporaneamente su schermo, effetti visivi di ogni tipo e una fluidità quasi sempre assicurata, anche nei momenti più caotici. Particolare menzione poi la meritano i livelli bonus, incredibilmente surreali e coreografici. Il giudizio è ovviamente riferito a tutte le modalità, esclusa quella tradizionale, che ha una grafica simil vettoriale come nel gioco del 1981. 

I powerups ti mettono le aliiii!

Nel reparto audio troviamo una delle colonne sonore più belle in assoluto disponibili su Jaguar, composta da Alastair Lindsay, Ian Howe e Kevin Saville di Imagitec Design (che realizzeranno anche quella di Defender 2000, sempre sviluppato da Minter), e prodotta su Amiga in formato MOD.
La qualità dei pezzi musicali è davvero impressionante e risulta ancora più incredibile se pensiamo che stiamo parlando di un gioco su cartuccia. Gli effetti, a loro volta, sono di ottima fattura, così come le voci campionate. Si può dire senza ombra di dubbio che le capacità sonore del Jaguar siano molto avanzate e questo gioco ne è la prova diretta. 
Vale inoltre la pena ricordare che il cd con la musica del gioco è stato venduto direttamente da Atari, viste le tante richieste, ed è persino stato inserito nel pacco di benvenuto del Jaguar CD, per dimostrare le capacità del lettore e del sistema Virtual Light Machine, sempre creato dal buon Jeff

Sparate e raccogliete powerups, semplice!

Inizialmente progettato come una versione tridimensionale di Space Invaders, Tempest (l’originale) è stato poi ripensato da zero, fino a diventare un frenetico sparatutto con grafica vettoriale, dalla struttura definita “tubolare”. Controlliamo infatti un’astronave a forma d’artiglio (chiamata "Blaster") che si muove sulla parte finale di una struttura poligonale e dobbiamo distruggere tutti i nemici che risalgono attraverso le “condutture” del livello. E’ più difficile da spiegare che da vedere, per cui vi rimando alle foto presenti nell’articolo. Minter mantiene inalterata la struttura di base, ma offre un’esperienza senza dubbio più varia. Tempest 2000 è infatti suddiviso in quattro modalità distinte.

Signore e sigori: le modalità!


Traditional” ricrea fedelmente il gioco del 1981 sia da un punto di vista grafico che di gioco.

La prima modalità, fedele al gioco originale

Plus” segue regole e schemi della precedente modalità con una grafica leggermente più “moderna”. Oltre a questo aggiunge il supporto per un secondo giocatore, con cui affrontare i livelli cooperativamente, o un droide sostitutivo in caso di singolo “Blaster”.

Il droide ci fornirà assistenza e copertura di fuoco

2000”, il cuore del gioco, offre una sfida di ben cento livelli con nuovi nemici, potenziamenti e sezioni bonus. Ogni sedici livelli cambiano sia lo stile della musica che il fondale. 
E’ possibile proseguire la partita dall’ultimo livello raggiunto

La modalità principale, nonché quella su cui passerete più tempo

+“Duel” è, infine, la modalità competitiva per due giocatori, in cui le astronavi si sfidano da una parte all’altra del livello. Divertente e frenetica, non riesce però, secondo me, a rendere la maestosità dell’esperienza in singolo. 

I duellanti del ventitreesimo secolo

Il sistema di controllo si comporta molto bene, con un’ottima risposta del pad in ogni situazione. Se poi avete la fortuna di possedere un Pro Controller, potrete gustarvi ancora di più l’esperienza. In caso siate particolarmente appassionati di “spinner” o “paddle”, ricordo che esistono diverse modifiche amatoriali da poter fare al vostro pad  per ricrearne l’effetto. Atari non ha mai rilasciato ufficialmente un controller simile per Jaguar, ma questo non ha certo fermato la comunità homebrew.
Tempest 2000 è all’apparenza semplice e di breve durata, ma in realtà è articolato e complesso, soprattutto dopo aver passato i primi livelli. La sfida è senza dubbio assicurata, ma per evitare l’eccessiva frustrazione c’è la possibilità di poter continuare, in caso di “Game Over”, dall’ultimo livello raggiunto.  
Il titolo di Minter risulta perfetto sia per partite veloci che per vere e proprie sessioni prolungate; se saremo risucchiati nel ritmo psichedelico, vedremo scorrere via i minuti in modo quasi impercettibile. 

Se ci giocate troppo, inizierete a perdere la nozione del tempo

Tirando le somme, ci troviamo davanti ad un vero e proprio gioiello, che va assolutamente recuperato e che sono sicuro non vi deluderà. Se non avete un Jaguar, potete comunque emularlo o recuperarlo su PC, Mac, Saturn e Playstation (su quest'ultima è chiamato Tempest X3). Devo dire che le conversioni successive mancano dello stesso fascino dell’originale (anche se ne guadagnano in fluidità), ma tra tutte quella Saturn è la mia preferita, nonchè la più fedele.

Non vedo l'ora di tornare a parlare del Saturn!

La notte si è lentamente tramutata in alba, è ora di rincasare. Mi aspetta una bella dormita, ma dopo una notte passata a fare il mio dovere di investigatore, mi sembra il minimo. 
Ah, sapevate che ho pubblicato la mia prima video recensione sul canale Youtube di GameRevs
Ebbene si, ora lo sapete, quindi cliccate QUI e divertitevi con l'approfondimento su “Arzette and the Jewel of Faramore” (datemi un parere, mi raccomando). 

Il vostro Magnum vi saluta e, mi raccomando, ricordate il nostro motto: “Stay hungry, stay obscure

MAGNUM CD-i


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