La Recensione Di
Super Skateboardin'

La rece di un gioco fighissimo che è l'equivalente d'un porno di 5 secondi.

Data di Uscita
  • 31 dicembre 1988
Pubblicato Da
Sviluppato Da
Piattaforme
Giocato Su
Generi

Pro


Gameplay divertene ed immediato.

Contro


La durata di un caffè al bar della stazione quando il vostro treno è già arrivato.
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Tony Hawk contro la crisi energetica e l’impoverimento del papi! (di Starfox Mulder)

Si da il caso che io stia pian piano terminando la mia collezione di giochi per il 7800. Non ve ne frega una ceppa, lo so (e fate benissimo) ma siccome non mi piace comprare per collezione, finisce che gioco sempre a tutto quello che mi arriva anche se magari l’ho già terminato e ne ho parlato in passato.
Perché allora riprendere in mano proprio QUESTO gioco e farne una rece estesa? Perché tra i tanti trattati è forse la più grande occasione mancata del mucchio e le ragioni sono semplici: bastava farlo più grosso.
Niente fretta comunque gente, ci si arriverà con calma, quindi iniziamo come sempre dalla SIGLA.

Vi beccate il sogno erotico dei regazzini primi 2000, perché sto gioco non si merita i Pennywise.

TRAMA
Subito a mettersi il cuore in pace perché Sì: c’è una trama!
Il Papi ha una fabbrica – e già questo sposta la posizione del nostro protagonista da ipotetico ribelle a figlio privilegiato di un industriale bianco etero cisgender etc – ma tutti i suoi dipendenti, prima di andare a casa dal lavoro, si sono scordati tutti i possibili macchinari accesi.
Cosa voglio dire con tutto? Beh…

Lampadine, macchine del caffe, fontane, seghe a nastro, eccetera eccetera. La fabbrica sta bruciando elettricità peggio del mausoleo di Arcore. Iniziamo proprio il gioco con la schermata che ci indica, in basso a sinistra, l’assorbimento enorme segnalato dal contatore, mentre la cifra centrale (costantemente in crescita) ci fa da reminder sulla bolletta che arriverà al capo/papi. Ultima cifra visualizzata, in basso a destra, il tempo che ci rimane prima del game over.
Wow, c’è un sacco di fretta insomma….tranquilli!

Colorito violaceo di chi ha passato troppo tempo in spiaggia, bermuda a scacchi e si va a prendere lo skate al volo per fracassarsi il coccige.

GAMEPLAY
Bene, partiamo col punto forte del gioco. I comandi sono il massimo dell’intuitività dato che con le frecce destra/sinistra ci muoveremo in una serie di schermate fisse a scorrimento orizzontale in quella che è la tipica dinamica del platform -ma ad alta velocità- mentre con uno dei due tasti azione saltiamo e con la croce verso il basso ci abbassiamo. Tutto qui e capirete in fretta che non vi serve altro. Per aprire una porta basta andarci contro, per spegnere un macchinario basta toccarlo e per infilarsi in uno dei tantissimi condotti dell’aria che ci “proietterà” su un altro piano della fabbrica ci basterà abbassarci al momento giusto.
Il gioco consiste nel trovare velocemente tutti i macchinari e spegnerli. Nulla più, semplicissimo. Per farlo quindi prepariamoci ad una bella esplorazione da compiere nel più breve tempo possibile, memorizzando i percorsi già attraversati ed evitando di cadere di sotto quando ci troviamo sul tetto, dato che è l’unico modo per morire.

Il gioco fu realizzato da David “Pitfall!” Crane per la Absolute Entertainment.
Sì, proprio quel David Crane e soprattutto, per i più attenti, proprio quella Absolute che anni dopo diede al mondo uno dei peggiori picchiaduro possibili, il cui nome mi provoca orticaria ma ha a che fare con Robots che si alzano (male) alla mattina.
Uno nome eccezionale quindi, che sapeva come fare un gioco con un gameplay solido e divertente, peccato che…

Guarda come sale male la bolletta davanti ai nostri occhi.

GRAFICA, SONORO E LONGEVITA’
Bene, male e malissimo.
Il comparto grafico è coloratissimo, a riprova che i tardi anni ’80 (è del 1988) erano già ampiamente in odore di 90es, accostamenti cromatici fluo e acidi tagliati male. Vi sembrerà uno stupro dei bulbi oculari inizialmente ma presto acquisirà in voi una caratterizzazione così marcata da renderlo irresistibile. Super Skateboardin’ è un gioco di cui non ci si dimentica, al di là dei suoi pregi e dei suoi difetti, proprio per questo stile estremamente specifico che non ritroverete in altri titoli simili.

Sul fronte sonoro purtroppo andiamo molto peggio. Non che il motivetto di sottofondo sia male ma sappiamo tutti i limiti del chip audio del Atari 7800 e qui non c’è stato alcun tentativo di migliorare la situazione con un pokey aggiunto postumo (soluzione che alcuni titoli utilizzavano direttamente in cartuccia per migliorare, e di molto, la qualità audio).

In ultimo la longevità, il VERO problema.
Vi ho lasciati in sospeso alla fine dei precedenti due capitoli proprio per arrivare a questo annoso problema. Il gioco si finisce in 15 minuti alla vostra seconda partita. Voi che avrete letto questa rece probabilmente alla prima, ma io che ho dovuto sperimentare mi son trovato a scoprire che l’unico modo per morire in Super Skateboardin’ è quello di cadere dal tetto e di conseguenza ricominciare la partita. Capita sta meccanica, il resto è liscissimo. La fabbrica è grande ma non abbastanza da impensierirci sul serio e basta avere le capacità mnemoniche di uno che non si è appena fatto 5 canne per averne la meglio subito.
A quel punto? Fine, non c’è altro da fare se non eventualmente ricominciare tutto da capo per battere il proprio record di tempo. Siamo di fronte a quello che probabilmente è il titolo più corto per il 7800 e forse tra i più corti del panorama videoludico complessivo. Sarebbe bastato aggiungere dei livelli di difficoltà ma….nope!

Splash!

CONCLUDENDO
Ora immaginiamolo con 3 o 5 (abbondiamo via) fabbriche da visitare, con un crescendo di difficoltà nell’esplorazione e magari qualche altro espediente mortale per il nostro skater. Ne sarebbe uscito probabilmente un gioco di cui ancora parleremmo. La giocabilità è davvero ottima, il comparto grafico eccellente e la confezione sprizzava carisma da tutte le parti ma nulla di tutto ciò può compensare ad una longevità criminale che vi farà esclamare “sticazzi, comunque mi sono divertito” se lo avete giocato scaricato da internet, ma frasi ben meno lusinghiere se ci avete speso dei soldi. Sapete a che team appartengo io.

Citazione
“Purtroppo son tra quelli che l’han pagato…quindi me lo merito!”
-Starfox Mulder-


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