La Recensione Di
Garou: Mark of the Wolves

Conosci Garou: Mark Of The Wolves? Leggi immediatamente la recensione di uno dei migliori picchiaduro della storia e punta di diamante del Neo Geo!


Pro


Grafica e Sonoro da urlo Ottimo sistema di combattimento Il miglior Fatal Fury mai uscito

Contro


Le super combo sono facili da fare
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Bentornati al Dojo, miei giovani Pandavan!

Oggi niente prefazioni, preamboli e trenette al pesto. Si va dritti come dei fusi a menare le mani senza passare dal via, ché a volte è giusto anche buttarsi nella mischia senza riscaldamento né preparazione atletica. Per questo giro di giostra, torniamo nei lidi a me tanto cari del Neo Geo Aes con uno dei picchiaduro che rappresentano al meglio che cosa si può fare con un hardware vecchio di anni grazie alle straordinarie capacità del team di sviluppo di SNK e ultimo capitolo della saga di Fatal Fury: Garou, Mark of The Wolves

Lanciato nel novembre 1999 in versione Arcade e nel febbraio 2000 per AES, questo gioco riprende il filone della storica saga per portarlo avanti, un po' come fece due anni prima Capcom con Street Fighter 3. Benché io ami alla follia entrambi i titoli, MOTW si è ritagliato negli anni un posto davvero speciale nel mio cuoricino di giocatore di picchiaduro 1VS1. Se non riuscite a capire il perché guardate il filmato introduttivo in religioso silenzio, che siamo davanti a sua maestà dei picchiapicchia per Neo Geo! 

 

 

STORIA

Sono passati dieci anni da quando uno dei villain più fighi di sempre, Geese Howard, è morto per sua scelta nemmeno fosse Raoh di Ken il Guerriero, lasciando un vuoto di potere nella città di Southtown. Inspiegabilmente, senza un malvagio signore del crimine senza scrupoli che fa il bello ed il cattivo tempo in giro, la città ha ricominciato a prosperare diventando una zona bella e accogliente, tipo City Life ma più a buon mercato. Una buona parte degli eroi di un tempo che parteciparono alla faida con Gino sono andati avanti; alcuni ritirandosi, altri addestrando una nuova generazione di combattenti che sai il cacchio di cosa possa andare storto nel plot di un picchiaduro giapponese.

 

E INFATTI, a pochi km di distanza la situazione è decisamente differente. Nella vicina città di Second Southtown il mondo criminale è letteralmente in subbuglio e gli scontri fra gruppi criminali per prendere il controllo di ciò che Gigi ha lasciato indietro si sprecano. Le mazzate ed i pattoni a mano aperta sono all’ordine del giorno, così come le insistenti voci di un’imminente dichiarazione di indipendenza della cittadina, che vuole addirittura trasformarsi in uno stato a sé stante fuori dalla giurisdizione americana. Come se non bastasse un misterioso organizzatore indice un nuovo torneo in città, il “King of Fighters: Maximum Mayhem” e un gruppo di combattenti, tutti con interessi e motivi diversi, decide di prendervi parte. Fra questi c’è Rock Howard - figlio di GianGeese e  protégé della leggenda Terry Bogard -  che sceglie di partecipare per scoprire che cosa sia successo a sua madre quella volta che è morta male. 

Poi dicono che i picchiaduro sono senza trama come i film zozzi.

 

GAMEPLAY

Il gioco ci presenta un roster di combattenti tutto nuovo se escludiamo l’immancabile Terry Bogard, unico personaggio rimasto dei giochi precedenti, che si presenta con un taglio di capelli ancor più improbabile del solito. I 12 personaggi giocabili hanno tutti stili di combattimento differenti e sono fra loro decisamente equilibrati e bilanciati. Nessuno tra essi "prevale" sugli altri per una mera scelta di game design, rendendo il gioco estremamente versatile ed equilibrato, soprattutto nelle sfide VS.

 

 

 

Il sistema di gioco ricalca quello già visto nella saga di King of Fighters, con quattro tasti suddivisi in due per i calci e due per i pattoni. Oltre alle classiche mosse speciali che ci aspettiamo da un gioco del genere, troviamo anche le Super e le Power Move, che toglieranno una pozza di vita e saranno eseguibili quando la barra in fondo allo schermo avrà raggiunto il livello necessario per attivarle. 

Queste mosse di fine di mondo prevedono la stessa combinazione di tasti per ogni personaggio: due mezzelune avanti e pugno oppure calcio debole se vogliamo fare la Super o forte per la Power. Questa scelta, se da un lato a rende più semplice imparare tutte le tecniche finali, da un altro toglie un pizzico di tecnicismo al gioco. Alcuni personaggi hanno anche una terza Power Move, solitamente un po’ più difficili nell’esecuzione.  

Hadooook…ah, no.

Le altre due aggiunte importanti che troviamo in questo gioco sono il Just Defend e il T.O.P System.

Il primo da dei benefici se pariamo un colpo nell'ultimo istante utile per farlo. Utilizzabile contro qualsiasi tipo di attacco che non sia una mossa finale di Hokuto, ci permetterà di recuperare un po’ di energia e di attivare un Guard Cancel sul nostro avversario che, come dice il nome, gli aprirà la guardia lasciandolo alla nostra mercé. 

Il T.O.P. System (Tactical Offensive Position) ci richiede di scegliere all’inizio della partita una porzione della nostra barra della vita fra quella iniziale, centrale o finale. Quando ci troveremo esattamente in quella parte di energia faremo più danni, rigenereremo la nostra vita e potremo sfruttare i T.O.P attack, devastanti mazzate che, anche se parate, faranno schiantare il guard meter del nostro avversario.

Nel gioco troviamo anche un sistema che valuta la nostra performance di combattimento. Si va dal minimo sindacale di A, che sta ad indicare che fai talmente tanto schifo a giocare che ti ripudiano pure i cani, fino al tanto agognato Miracle; una cosa che sei andato in perfect senza subire un danno, schivando tutto come Goku in Ultra Istinto e nel mentre stavi anche facendoti il caffè con una mano e con l'altra ti grattavi le parti intime.

Anche se sembra un'ossessione per Hardcore Players infognatissimi, e in parte lo è sul serio, questo metro di giudizio è utile anche ai fini del gioco: se riusciremo a sconfiggere Grant, il boss finale, avendo un rating minimo per ogni round di AAA, affronteremo Kain R. Heinlein, deus ex machina del torneo e tizio che ha più di una buona ragione per avere un conto aperto con Terry.

 

GRAFICA

A livello grafico ci troviamo davanti ad un piccolo capolavoro. Non credo di sbilanciarmi troppo dicendo che forse è il livello più alto raggiunto su Neo Geo e, se così non fosse, ci siamo davvero tanto vicini. Gli sprite sono grandi e ben dettagliati con animazioni fluide che ben si sposano con l’azione frenetica del gioco.

Gli effetti 3D impiegati non impattano mai con lo stupendo lavoro di pixel art fatto da SNK e, a far da corona a tutto troviamo degli stage ispirati, che ben si adattano allo stile di combattimento e il carattere dei personaggi.

 

SONORO

Vabbè, ma di cosa vogliamo parlare. Gli effetti sonori sono superlativi, il parlato è figo e la OST è da urlo. Come se non bastasse, nello stage di Rock Howard, che sappiamo essere in realtà il figlio segreto di Howard The Duck, parte pure a tradimento Children del compianto Robert Miles. Roba che mentre giochi ti scendono i lacrimoni e perdi male perché non vedi più lo schermo.

Non ci credete? Tiè, beccatevela.

 

REPERIBILITA’

Garou è ovviamente può essere giocato nella sua prima e più importante incarnazione, i sistemi Neo Geo MVS ed AES, che richiederanno un impegno economico mica da ridere. Fortunatamente negli anni è uscito praticamente per qualsiasi sistema: Playstation 2, Dreamcast, PC, Switch, Ps4, Xbox, Android, IOS, cipolle di tropea e molto probabilmente dimentico pure qualcosa.

 

CONCLUSIONI

Se amate i picchiaduro, Mark Of The Wolves è un gioco da avere assolutamente. Non è che ci sia proprio tanto da dire. Stiamo parlando di una pietra miliare del genere che deve essere giocato almeno una volta nella vita. Fine.

Adesso che avete un bel gioco da provare, potete andare a menare il menare il bélino da un’altra parte, che devo battere il mio record personale.

 

A presto, miei discepoli!

 


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