La Recensione Di
ACA Neo Geo: Puzzle Bobble

Il Maestro Segata Kénshiro lascia da parte i giochi di botte e si lancia alla riscoperta di un grande classico dei Puzzle Game!


Pro


E' Puzzle Bobble

Contro


E' stato creato da un concilio di demoni dell'abisso ed è per questo che da dipendenza.
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Bentornati al Dojo, miei giovani Pandavan! 

Oggi, al posto di allenare il corpo in una estenuante sessione di allenamento fatta di flessioni sugli alluci e coppini a Mach 5 andremo a rinforzare la nostra mente. Se mi seguite da un po’ sapete quanto sia importante avere un cervello forte per padroneggiare al meglio le letali tecniche della Sacra Scuola Kalinske, la disciplina marziale tramandata da Sensei Tom, salvatore della patria e dei ricci blu di tutto il globo terraqueo.

Se non mi seguite da un po’, direi che è l’ora di farlo cominciando da questo link. Partite dall’ultimo articolo e risalite, così non rimanete indietro con le lezioni!

In questo frangente parleremo di un gioco piuttosto famoso, alla stregua di grandi classici come Golden Axe, Out Run, Sunset Riders et simila, titoli per i quali il commento ricorrente che si trova su Internet è solitamente una cosa del tipo: “Belin, su sto gioco ci ho lasciato un miliardo di monetine!”

Per noi vecchi e fortunati combattenti che abbiamo vissuto la Golden Age delle sale giochi è un’affermazione valida per un numero SBROTFL di titoli, tanto era il tempo che si passava in quei fumosi luoghi pieni di lucette e gente losca che vendeva le caramelle con la droga. 

Fra questi, c’è un gioco che però non viene mai nominato. Vuoi la nomea di videogioco per “femmine”, vuoi l’assenza di quell’aura di epicità tipica di altri prodotti in cui si doveva ammazzare, distruggere, picchiare o sparare con le navicelle ma, nonostante questo, quando usci invase gli esercizi pubblici di mezzo mondo.

Guardiamoci tutti ben bene nelle pallette degli occhi e diciamoci la verità: ci abbiamo giocato almeno una volta nella vita e, benché sia dura da accettare, ci è pure piaciuto un sacco.

È arrivato il momento di fare coming out e confessare la verità: per quanto possiamo aver devoluto milioni di lire a Capcom, Konami e a tutte le altre software house sotto forma di monetine da 200 e 500 lire, non abbiamo speso mai così tanto come con Puzzle Bobble.

 

 

Ebbene sì, lo ammetto! Io amo questo gioco alla follia! Voglio sposarlo ed avere dei figli da lui! 

Come tutte le situazioni che ti trascinano in un amore malato, lo odio anche un po’ perché, nonostante ci abbia lasciato sopra il PIL di San Marino, sono un ancora oggi un caprone a giocarci e perdo sempre malissimo. 

Dal 1994, l’infernale Coin-Op sviluppato da Taito ha soggiogato con la sua semplicità ed il suo gameplay semplice ed avvincente schiere et schiere di giocatori di tutti i sessi, età e generazioni.

Per darvi un’idea, mia madre era un mostro a questo titolo e a tutti i suoi seguiti. Non ricordo se il primo lo portò mai a termine ma sono sicuro che riusciva ad andare avanti con una sola monetina per un considerevole numero di quadri. Piazzava quelle palline a giro per lo schermo come un cecchino, sbagliando pochissimo ed avendo una visione complessiva della partita degna di un coreano su Starcraft.

Nei primi anni ’90 creare un videogioco per tutti non è opera da poco, anche se farlo con un puzzle è decisamente più semplice. Non che Taito non abbia mai sfornato leggende, anzi! Questo titolo é figlio di uno dei brand più convertiti della storia di questa software house e se consideriamo la fama che ha raggiunto anche fra chi non mastica joypad dalla mattina alla sera, supera il suo illustre predecessore a mani bassissime. Quasi scimmiesche.

Cosa ha reso Puzzle Bobble un gioco tanto famoso nel mondo? Oggettivamente non saprei ma posso darvi quella che è la mia versione dei fatti.

Partiamo dal presupposto che non amo particolarmente i puzzle game. Solo negli ultimi anni ho cominciato ad apprezzare il genere. Come avrete capito dai miei precedenti articoli, in ambito retrogame mi nutro quasi esclusivamente di picchiaduro, shoot ‘em up e di avventure punta e clicca.

Quello che mi ha colpito di questo piccolo capolavoro è stato proprio il suo essere un gioco dal gameplay estremamente semplice quanto efficace: lo scopo è superare 30 livelli creando dei tris di palline dello stesso colore appese alla sommità estrema del livello. Di tanto in tanto, il “tetto” del quadro scenderà, riducendo lo spazio di manovra. Quando anche solo una pallina avrà superato la riga vicino alla base, avremo perso. Per lanciare le palline utilizzeremo una sorta di marchingegno e potremo sfruttare i muri per far prendere alle stesse traiettorie diagonali e sponde a mo’ di biliardo. Per creare una strategia ottimale e scegliere quali tris fare, dovremo anche osservare la prossima pallina che utilizzeremo, posizionata vicino ai draghetti. La complessità dei livelli sale man a mano che proseguiamo nella nostra avventura.

Se perderemo, potremo utilizzare un continue per proseguire dal livello corrente, avendo però il vantaggio di poter utilizzare una “traccia” che ci indicherà esattamente dove andrà a finire la pallina dopo un tiro.

 

FINE DELLA DESCRIZIONE. 

 

Esatto, è tutto qui. Detta così può sembrare un giochino semplice semplice ma, in realtà, l’impresa non è poi così facile. Le traiettorie delle pallette devono essere impostate in maniera precisa al limite dal certosino, pena il mandare più o in meno a ramengo un’intera partita. 

Portare a termine il gioco, di per sé, è fattibile con un po’ di buona e sana pratica. Giocarci bene è tutta un’altra storia. Il titolo si presta molto bene alla cara sfida all’High Score. Il modo migliore per fare punti è far cadere più palline possibili, andando a completare delle sezioni dello schema dove vi sono attaccate strutture dipendenti direttamente dalla colonna che stiamo abbattendo. Il tempo inoltre gioca un ruolo fondamentale. Meno ne impiegheremo per chiudere uno stage, più punti faremo.

A mio avviso, questo basta e avanza per passare sul gioco almeno una trentina di ore buone! Poi se siete scarsi come me pure 50. Facciamo 60 e non se ne parla più.

Cosa ha reso questo titolo tanto appetibile a tutti? LA PUCCIOSITA’! 

 

Il comparto video è un intriso di carineria e colori che ad una cinica analisi risulta quasi stucchevole! I duemila colori a schermo aiutano a rendere l’esperienza quasi rilassante, benché la bestemmia per l’errore sia sempre dietro l’angolo. I draghetti sono bellissimi, le palline con dentro i mostri di Bubble Bobble sono bellissime, i fondali un po’ meno ma sono quasi sempre funzionali. A parte quelli dal livello 25 al 28.

Quelli si muovono e danno un fastidio infame. Ti sballano proprio la percezione di dove cavolo tu stia tirando la palletta! Sospetto che non sia un difetto ma una scelta di gameplay fatta direttamente da Pinhead, il capo dei supplizianti di Hellraiser.

 

Il comparto audio è fatto da UNA SOLA TRACCIA PORTANTE, scritta da Satana in persona. È la cosa più orecchiabile che io abbia mai ascoltato in vita mia. Ti entra in testa al primissimo ascolto e non se ne va MAI PIU’. Di tanto in tanto ti torna pure alla mente nei momenti in cui meno te l’aspetti. Tipo che sei li sei lì che stai guardando un film horror con gli zombie e sul pavimento della stanza dove l’eroe sta muovendosi di soppiatto vedi muoversi una pallina di vetro colorata. Il cervello si triggera ed ecco che arriva la musichetta mefistofelica comincia a risuonarti a caso nel cranio. 

Questo tema ha il sapore dell’estate e della spensieratezza e mette allegria in ogni singolo momento. Tranne quando stai perdendo. In quel momento la musichina accelera e ti fa venire l’ansia. 

 

Ora che sapete tutto quello che c’è da sapere potete cominciare il vostro allenamento. Non importa dove lo giocherete, Puzzle Bobble è stato convertito anche per il GNEDBY dell’IKEA.

Adesso basta parlare, prendete i pad, giocateci e andate a menare il bélino da un’altra parte!

 

 


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