La Recensione Di
Castlevania Legends

Un Castlevania ripudiato, un Castlevania mai amato, ma è pur sempre un Castlevania, quindi venite a me vampiri!

Data di Uscita
  • 27 novembre 1997
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Pro


Una storia inedita Fluidità incredibile L'origine di tutto...

Contro


Illegale in alcuni passaggi A tratti veramente lungo e ripetitivo
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E chi se lo sarebbe mai aspettato? Ebbene sì, nella sua storia Konami ha fatto un sacco di cagate… ops, non si dice? E vabbè chissene, in fondo non siamo mica qui per titillare il sottopalla di nessuno, le cose vanno dette a voce alta anche se, nell'affermazione appena concessami, sono sicuro si ritroveranno il 99% dei giocatori al mondo; per il restante 1% avete testate giornalistiche molto più profumate di questa, quindi felici voi, felici noi.

Buone feste cari miei libertadores, cosa avete trovato sotto l'albero di Natale? Io come al solito mi sono fatto recapitare dai miei colleghi una buona scorta di retrogames fumanti ed appena sfornati, con quell'aroma di zenzero ed un paio di pulsanti farciti di uvetta; nella storia che vi voglio raccontare oggi abbiamo veramente tutto: una famiglia, una ragazza, un cattivo, un ripudiato e persino Igarashi che non ha capito bene di cosa parlasse il gioco; ma si sa, appunto, dalle parti del sol levante, soprattutto quelle che utilizzano la K come iniziale, a volte prendono degli abbagli mastodontici.

Ma cosa si fa prima di parlare di videogiochi qui? Esatto, SIGLA!

Lo so lo so, non smetterete mai di ringraziarmi per le perle che vi tiro fuori dal… tubo!

Storia maledetta

Castlevania Legends, nella mente dei suoi creatori, avrebbe dovuto rappresentare l'inizio di tutto, lo storico momento in cui nasce la famigerata famiglia Belmont, con Sonia ed Alucard come suoi generatori. Ed invece il buon Igarashi, ancor prima che il titolo vedesse la luce, dichiarò la sua totale estraneità al progetto indicando il titolo come alternativo e quindi apocrifo; peccato, perché, come scopriremo in queste poche righe, è davvero un gran bel titolo!

Sonia Belmont scopre molto presto di essere in possesso di una forza fuori dal comune e, quando la sua casata viene misteriosamente attaccata da dei mostri mandati in spedizione da un misterioso committente, non ci pensa due volte a scendere in campo imbracciando la sua frusta.

Durante il suo tragitto incontrerà Alucard, figlio del malvagio conte Dracula, interessato anche lui alla morte del padre per poter porre fine alla sua continua ondata di morte e disperazione, che portò (come scopriremo in Symphony of the Night) ad uccidere la sua stessa consorte. Qui Sonia, oltre a dimostrare il suo valore, capirà chi è che sta dietro a tanta malvagità e si dirigerà, ancora più speditamente, alla caccia del re dei vampiri. Se ci riuscirà starà a voi stabilirlo.

Fine. Bella sta recensione no? Ma sì, cosa vi aspettavate da un gioco su Castlavenia? Che la protagonista andasse a combattere contro il brucaliffo? Quello che questo gioco ha veramente di speciale da raccontare sta nella sua realizzazione tecnica.

Superbamente tecnico

Trattiamo subito l'elefante nella stanza: Castlevania Legends è un titolo esclusivo su Nintendo Gameboy, ci siamo? Bene. La fluidità dei titoli sulla piccola di casa Nintendo non fu certo il suo cavallo di battaglia; come quindi possiamo aspettarci di giocare, BENE, un Castlevania su Gameboy? Beh, se siete stati attenti alle nostre puntate podcast sapete benissimo che anche il buon Belmont's Revenge non era affatto male, ma questo Legends, se possibile, è ancora meglio.

Cominciate quindi a stropicciarvi gli occhi perché ne leggerete delle belle. Gli sprites, grandi a sufficienza per spiccare sullo sfondo, sono ben definiti ed animati con quella fluidità di cui parlavamo poco fa a farla totalmente da padrona; i sei stages di cui è composto il gioco non brilleranno certo per la loro avanguardia ma compiono alla perfezione il loro mestiere mettendoci, addirittura, molto speso in difficoltà con stanze vuote o vicoli ciechi che, non solo ci faranno perdere tempo prezioso, ma ci obbligheranno ad affrontare nuovamente nemici già ben mazzuolati in precedenza. 
Eh quello del respawn selvaggio rimane un problema che affliggeva tutti i titoli dell'epoca, certo qui magari è un po' più accentuato dato che basterà veramente nulla per far riapparire i nemici, ma non possiamo dargliene una colpa così asfissiante, ce l'avevano tutti.
Se quindi il level design ci lascerà ancora una volta basiti con le sue straordinarie strade alternative, i controlli la faranno da padrone con una reattività degna di un titolo che non fa altro che dimostrare la sua maturità e la consapevolezza di una Konami in grande spolvero; se alla frusta aggiungete poi i poteri… nei primi livelli potrete infatti trovare le classiche armi alternative che sono oramai famose nel franchise ma, proseguendo, sbloccherete veri poteri eccezionali in grado ad esempio di eliminare tutto ciò che è presente a schermo o infliggere danni ingenti con colpi da lontano o ancora potenziamenti della frusta capace qui di sparare proiettili.

Insomma, se a tutto questo aggiungiamo un comparto audio da brividi ed i classici boss di fine livello stiamo parlando di un titolo assolutamente incredibile dal punto di vista artistico e tecnico.

Difetta anche lui

Come tutti i giochi di cui vi parlo, miei cari denigratori delle felpe verdi, anche qui appaiono però evidenti alcuni difetti che, diciamocelo, vanno ad inficiare un gameplay veramente incredibile. Gli stage sono solamente sei ma sono lunghissimi: in alcuni frangenti avrete costantemente l'impressione che gli sviluppatori abbiano fatto un copia ed incolla degli assets per allungare il brodo, che abbiano inserito porzioni chiuse solo per creare in voi stessi una frustrazione aggiuntiva (provate a dover riaffrontare tutti i nemici appesa uccisi partendo dall'alto e scendendo…) e per farvi perdere delle vite.
La consistenza delle sezioni poi viene spesso a mancare con stanze singole che si alternano a lunghi percorsi sia orizzontali che verticali atti solo a creare una vera confusione in un inestricabile dedalo di disperazione, con passaggi dove il gioco decide di farvi subire un danno e, per quanto ci proviate, non potrete farne a meno.

L'ultimo, ma non meno importante, difetto risiede nei nemici: tolti i boss, epici come sempre anche se più abbordabili, ed i mini boss di metà livello, questi saranno fondamentalmente sempre gli stessi con una predilezione verso quegli insopportabili pipistrelli che appariranno puntuali come le cartelle esattoriali ad ogni scrolling di schermo, che sia orizzontale o verticale; insomma una tortura.

Rimane un Castlevania

Castlevania Legends, fino a poco tempo fa, non era molto facile da reperire, mentre ora fa parte dei giochi presenti nell'online Nintendo quindi, anche legalmente, non avete scuse; per quanto non sia canonico e veda una protagonista inedita (ma ve ne innamorerete soprattutto durante i dialoghi) rimane un grande gioco, che, seppur con i suoi difetti, vi terrà compagnia per diverse ore donandovi quel sorriso ebete che sapete tutti di avere quando scoprite un titolo del passato così incredibile. Snake over!


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