Quando nel lontano 2020 il piccolo team BlueTwelve Studio annunciò l'imminente arrivo di un gioco con protagonista un gatto in una ambientazione cyberpunk ammetto di aver drizzato le antenne in modo parecchio interessato. D'altronde, con premesse del genere, cosa mai sarebbe potuto andare storto no? Ed invece Stray ha saputo catturare la mia attenzione non tanto per il mash-up che poteva risultare assurdo, ma quanto per la sua affascinante direzione artistica. E anche perché sono un gattaro incallito.
Oh oh… Mi è semblato di vedere un gatto…!
Basterebbe già questo per considerarlo un possibile GOTY no?
Stray ci metterà nei panni di un gattino tigrato che, in compagnia di alcuni (a)mici, si gode la natura incontaminata che ha preso il sopravvento in un mondo post-apocalittico in cui la razza umana non è più presente (capiremo il perché andando avanti nella storia).
Una caduta accidentale durante una tranquilla passeggiata però spedirà il nostro eroe a quattro zampe nelle profondità del sottosuolo. Così per poter risalire in superficie dovrà, suo malgrado, farsi carico di un importante fardello che lo condurrà attraverso un mondo in decadenza a forti tinte cyberpunk.
Ma procediamo con ordine.
Non dire gatto…
La nostra avventura inizia quindi nei bassifondi di questa città in rovina. Qui faremo la conoscenza di B-12, un piccolo droide che dice di aver perso la memoria, ma che si offrirà comunque di aiutare il nostro micio a ritornare in superficie.
L'iniziale esplorazione aiuta a comprendere meglio quello che è il background narrativo della storia. La città, come detto, è totalmente priva di vita umana, ed è interamente abitata da robot, i quali hanno costruito una loro società tra le rovine, rimanendo però anch'essi intrappolati nel sottosuolo.
Ed è proprio attraverso questi ultimi che Stray si fa fautore di una importante critica sociale.
I robot hanno assunto lo stesso comportamento degli umani, imitandone sia i vizi che i difetti, assieme però anche alle nostre unicità e alla nostra diversità rispetto alle altre razze.
La città stessa infatti sarà suddivisa in sezioni, che risaltano il classismo, la diversità di trattamenti e di vite totalmente agli antipodi, generando un macrocosmo in cui il passato sembra come sfuggire alla memoria.
Ed è con queste premesse che il nostro viaggio ha finalmente inizio.
Tanto va il gatto al lardo…
Nelle prime ore di gioco saremo costretti ad un continuo andirivieni per risolvere alcuni puzzle e incamerare informazioni utili alla nostra risalita in superficie.
Il gioco quindi fa il possibile per far sì che il giocatore in queste prime fasi raccolga quante più nozioni possibili per poter risolvere le situazioni che gli si pareranno davanti di volta in volta.
Verremo dunque a conoscenza di un gruppo di robot ribelli che in passato avevano già tentato di lasciare questa città per dirigersi all'esterno delle mura, verso l'Oltre (così viene chiamato), gli Outriders.
Non ci vorrà molto per comprendere che l'obiettivo di questi ribelli e del nostro micio coincidono, e che quindi bisognerà aiutarsi vicendevolmente per poterlo raggiungere.
Scopriremo anche che i robot non sono le uniche forme di vita presenti qui. Vi sono infatti anche dei piccoli e letali pelosetti chiamati Zurk, delle creaturine mutanti che abitano soprattutto le fogne della città e che non vedranno l'ora di farci la pelle ogni qual volta gli sarà possibile.
Riuscire a superarli sarà imperativo per poter raggiungere le diverse zone della città e lasciare i bassifondi, ed è qui che i nostri cari Outriders ci verranno in soccorso.
Scopriremo infatti della presenza di un'arma in grado di sconfiggerli, senza la quale non saremo in grado di attraversare le fogne e raggiungere l'Infracittà.
Se il gameplay fino a questo momento era stato scandito semplicemente da alcune parti platform grazie alle quali potremo esplorare sia in orizzontale che in verticale le varie zone della mappa, e ad alcuni puzzle che serviranno per risolvere vari enigmi ambientali, andando avanti con la trama avremo a che fare sia con una leggera componente shooting sia con varie fasi stealth, che non faranno altro che rendere il tutto sicuramente più interessante, dato che il mash-up risulta godibile e mai frustrante o troppo ripetitivo.
La storyline però sarà molto breve, completabile infatti in circa 5-6 ore (può essere facilmente allungata sulle 7-8 se ci si mette a cercare di raccogliere tutti gli eventuali collezionabili sparsi in giro), ed è per questo motivo che vi eviterò eventuali spoiler che potrebbero rovinarvi quella che, seppur nella sua brevità, rimane una esperienza da godersi singolarmente.
O-o-o-occhi di gatto
Il comparto visivo e la direzione artistica sono il vero fiore all'occhiello del titolo. Le ambientazioni sono ricche di dettagli, in un concentrato di luci, fumi, colori e insegne. Nulla è lasciato al caso, dall'interno delle ambientazioni sapientemente arredate ai macro dettagli che compongono le varie zone.
Bassifondi, fogne, fabbriche e stretti cunicoli si alternano nella loro esposizione, rendendo giustizia a quell'idea di una città in rovina con forti tinte cyberpunk.
I personaggi inoltre risultano ben caratterizzati, affezionarsi a loro e alla loro causa sarà consequenziale col progredire della trama. La sensazione è che l'opera abbia una sua identità ben definita, una sua unicità che gli permette di brillare di luce propria.
Ma non è tutto oro quel che luccica. Se infatti il colpo d'occhio sarà notevole bisognerà comunque fare i conti con delle animazioni non proprio fluidissime, sia da parte dei robot sia del nostro eroe a quattro zampe, con alcune compenetrazioni fastidiose tra i poligoni e dei leggeri difetti grafici che ci tengo a precisare non intaccheranno in modo netto l'esperienza di gioco, ricordando inoltre che il titolo è giocabile gratuitamente per tutti i possessori del Play Station plus Extra.
Il gatto è un lembo di notte arrotolato sullo spigolo di un tetto
Proprio come il suo tenero protagonista Stray risulterà essere un'affabile esperienza in grado di saper toccare le corde giuste di chi è alla ricerca di un titolo curato sotto vari aspetti.
Sarà quindi in grado di regalare a chi vorrà apprezzarlo una esperienza che non si vedeva sugli scaffali da un po', con un gameplay che sa reggersi egregiamente sulle sue zampe in un mix perfetto di esplorazione, enigmi ambientali e sequenze d'azione perfettamente integrate in un universo post-apocalittico che saprà catturare la vostra attenzione.
In definitiva Stray è un titolo che merita di essere giocato e che saprà tirare fuori l'indole gattara insita in ognuno di noi.