La Recensione Di
Contra Anniversary Collection

La trasposizione in chiave moderna di tutti i tioli 2D della famosa e fortunata serie Contra, sarà stato svecchiato a dovere?


Pro


Longevità

Contro


Frustrante a tratti
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Avete mai sentito parlare del genere Run and Gun? Oppure di Metal Slug? E nemmeno di Cuphead? Sicuramente sì, anzi se siete finiti su questa recensione vuol dire che almeno un po’ di videogiochese lo conoscete e di conseguenza qualcosa a riguardo lo saprete già. Per i più pigri, però, facciamo un piccolo ripassino: Con Run & Gun si indica una categoria di giochi dove impersoneremo il nostro paladino e, muniti di pistole, fucili, o ogni ammennicolo che possiamo immaginare faccia fuoco, dovremo raggiungere la fine del livello abbattendo i nemici che ci troveremo davanti, ah, il tutto ovviamente correndo. Se Metal Slug è stato, ed è tutt’ora, uno dei giochi più famosi della mai data per defunta SNK, il vero capostipite di questo genere è stato il buon Contra. Uscito nelle sale giochi nel Febbraio 1987, diventò immediatamente uno dei titoli di punta della Konami. I due protagonisti, vagamente ispirati ai due attori di film d’azione dell’epoca Arnold Schwarzenegger e Sylvester Stallone, imbracciano un bel fucile e si fanno largo tra diversi stage abbattendo più nemici possibili. Nel 1988 il gioco venne portato sulla console Nintendo NES/Famicom e fu un successo incredibile.
La particolarità del titolo fece comunque storcere il naso al mercato europeo, soprattutto tedesco, che non vedeva di buon occhio così tanta violenza all’interno di un videogame. La serie così fu per così dire censurata con i due protagonisti che presero le sembianze di due Robot, non combattevano più contro nemici umani ma bensì altri robottoni cattivissimi, dando vita alla serie parallela (ma tecnicamente identica) Probotector.

Fino ai giorni nostri

La serie negli anni ha avuto diversi seguiti per console a 16 bit e superiori, perdendo nel tempo l’immediatezza e lo smalto iniziale. La collection uscita nel 2019 decide infatti di dare un taglio netto a tutto ciò che andò oltre Super NES e Genesis/Megadrive, includendo solamente i titoli che hanno reso celebre e mitico il marchio Contra. Per questo troveremo, in ordine di uscita i seguenti titoli:

  • Contra (Arcade)
  • Contra (NES)
  • Contra (Famicom)
  • Super Contra (Arcade)
  • Super C (NES)
  • Contra III: the alien Wars (Super NES)
  • Super Probotector: Alien Rebels (Super NES)
  • Contra: Hard Corps (Genesis)
  • Probotector (Mega Drive)
  • Operation C (Game Boy)

Il menù di selezione dei titoli

Sebbene alcuni di loro siano appunto semplici trasposizioni regionali dello stesso titolo possiamo affermare che la collection, dal punto di vista contenutistico, è decisamente esaustiva. La Konami ha incluso anche tutta una serie di opzioni che non potranno che far piacere a tutti gli affezionati retrogamers di tutto il mondo: avremo infatti la possibilità di cambiare le impostazioni video nel modo che più ci aggrada partendo dall’aspect ratio originale fino ad arrivare ai 16:9 con scanlines, davvero non male. Nel malloppozzo al’interno del gioco, uscito solo in versione digitale, troveremo anche un e-book di ben 74 pagine con tutta la storia sulla produzione del gioco, dal titolo “La Storia di Contra”, che include oltre alle classiche informazioni sui vari titoli della collection anche interviste esclusive e disegni inedita, gradevole modo per rendere omaggio al grande lavoro svolto dagli sviluppatori.

Sparando e correndo

Tecnicamente, anche utilizzando joypad ben più complessi di quelli originari su cui i titoli vennero pubblicati, tutti i giochi si presentano in grande spolvero, con un porting incredibilmente eccellente, tempi di latenza minimi e pixel rappresentati in modo egregio nonostante il computo degli anni.
Sui titoli singoli non ci soffermeremo troppo e ne parleremo approfonditamente in articoli dedicati, giochi che comunque devono entrare a far parte del background di qualunque videogiocatore. Per quanto tutti i titoli della serie siano conosciuti anche per un livello di difficoltà decisamente elevato, la collection ci offre, un po’ come la virtual machine di casa SEGA, la possibilità di utilizzare i save state: avrete infatti un singolo slot di salvataggio, uno per ogni gioco, da poter utilizzare non solo per poter riprendere a giocare in diversi momenti, ma anche per tentare e ritentare di superare i punti più ostici dei singoli titoli, discorso che fa storcere un po’ il naso ai vecchi videogiocatori, ma che offre aria ai neofiti per evitare sezioni troppo frustranti.

Il vecchio che avanza

In un momento storico dove nuovi titoli faticano a trovare spazio, date anche le poche idee delle software house, ed in cui le remastered ed i porting la fanno da padroni, non possiamo fare altro che consigliare questa collection, un lavoro massiccio, ben strutturato e dalle molte sfaccettature che riporta in auge uno dei brand storici del nostro media preferito senza evitare di dare ai giochi una piccola, quasi insignificante ma necessaria svecchiata.

 


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